Domenica, 05 Maggio 2019 00:11

Souvenir da Parma: capitolo 1 - La voglia di essere Volontario

Scritto da Nicolò Bertolini

Oggi vogliamo inaugurare una nuova piccola rubrica, un modo diverso di raccontarvi ciò che facciamo e come lo facciamo. Dovrete scusarci qualche ovvia licenza poetica, sappiamo che oggi non è l'8 maggio e che l'8 maggio quest'anno non sarà di sabato, ma... ehi siamo in un racconto, una piccola variazione di calendario male non fa :) Il titolo stesso richiama senza mezze misure un libro che tutti voi, volontari CRI, sicuramente conoscete, Souvenir da Solferino. Un ricordo di Solferino, pubblicato nel novembre del 1862, è un memoriale di guerra scritto da Henry Dunant, il cui contenuto fornì un valido aiuto alla nascita della Croce Rossa. Ora, noi non vogliamo minimamente paragonarci ad un libro di tale valore, ma il richiamo a qui principi a quella storia che fu di ispirazione per la nascita della nostra associazione, ci sembrava doveroso!

Detto questo, vi auguriamo una buona lettura, e vi lasciamo alle parole scritte dal nostro volontario Nicolò, dandovi già appuntamento al prossimo capitolo!


Settimana CRI 2019, nove giorni in cui la Croce Rossa Italiana a Parma festeggia. Festeggia il volontariato, l’impegno, il supporto, l’amore e tutto quello che giorno per giorno garantisce a chi ne ha bisogno. E in questi nove giorni vi racconto cosa facciamo.

Si chiamava Henry. Un giovanotto di diciassette anni che viveva a Parma. Nato e cresciuto nella nostra città. Un ragazzino timido, estroverso ma molto simpatico. Non era neanche maggiorenne, eppure il compleanno più desiderato della vita si sarebbe svolto a breve. Studiava, faceva sport, usciva con gli amici ed ogni tanto beveva una birra il sabato sera facendo un giro in centro. E conoscendo nuove persone gli si rallegrava la serata. La vita procedeva. Procedeva proprio bene. Ma Henry era anche molto sensibile. Nella sua vita aveva visto tante persone, che conosceva o meno, avere dei problemi. Soffrire. Un amico aveva avuto un incidente mentre girava con lui in bicicletta, il nonno che era anziano, andava aiutato a fare qualsiasi cosa, un bambino vicino di casa piangeva sempre, un giovane ragazzo che per mangiare qualcosa chiedeva 50 centesimi alla fermata dell’autobus… e tanti altri! Henry queste cose non le sopportava. E soprattutto si sentiva molto inutile. Non sapeva come aiutare la gente che stava male. Non ci riusciva proprio ed il suo più grande desiderio era fare qualcosa. Nei giorni precedenti al suo diciottesimo compleanno ci aveva pensato molto. Tra congetture ed ipotesi aveva immaginato mille modi per ringraziare la vita di tutte le fortune che aveva avuto. La salute, gli amici, la famiglia. Fortune che andrebbero distribuite a tutti. E dopo tanti, tanti pensieri aveva preso una decisione: fare volontariato. Quella poteva essere la giusta risposta ai suoi tanti desideri. Ora il problema era dove. Dove? Si chiedeva continuamente. Era l’8 maggio ed era sabato. Niente scuola, niente amici alla mattina, siccome lunedì i prof avrebbero interrogato e si doveva studiare. Ma il pensiero di aiutare gli altri lo tormentava troppo. Non riusciva a concentrarsi su un libro. E niente, allora decise di fare una passeggiata! Questo era il suo pensiero già alle otto di mattina. E pensava. Aiutare. Questa era la parola chiave che lo tormentava. Aiutare. Avrebbe voluto, anzi voleva dedicare tempo della propria vita a chi ne aveva bisogno, ma non da solo, in mezzo ad una squadra, con dei giovani motivati come lui. Fare qualcosa che potesse far stare bene gli altri. Ma non solo al momento. Un qualcosa che potesse far star bene gli altri anche quando la sua attività fosse finita. E qualcosa che potesse far stare bene anche lui. Che non fosse troppo impegnativo, che non lo obbligasse a donare il tempo tutti i giorni, ma anzi che lo aiutasse a riempire le giornate in cui dominava la noia, per tornare a casa la sera soddisfatto. Avrebbe voluto poi essere d’aiuto su più settori. Aiutare la salute della gente, fare della prevenzione affinché tutti sapessero come muoversi, aiutarli anche a sorridere quando erano tristi ed aiutarli anche solo con la sua compagnia. Henry era molto motivato ma non sapeva dove andare. Quando tutto d’un tratto sentì una sirena. E un'ambulanza bianca e rossa attraversò di fretta la strada in direzione dell’ospedale. Sulla fiancata, a chiare lettere potè leggere agevolmente “Croce Rossa Italiana”. “Ecco un’idea”. Henry pensò che forse due ragazzi appena più grandi di lui, magari anche più simpatici stavano salvando una vita. “Ma faranno solo quello?” Si chiese. “Per andare su un’ambulanza servirà molta formazione. E coraggio.” Henry era affascinato da tutto ciò. E niente. A Parma quelle ambulanze erano parcheggiate in via Riva 2. In una sede di Croce Rossa Italiana. A poche centinaia di metri dove si trovava ora. Le aveva viste un giorno che era in giro per il centro con gli amici. "Oggi non ho nulla da fare. Non ho da studiare, non devo fare dei giri o delle commissioni. È deciso. Passerò la giornata lì. In via Riva 2 a vedere come fare per dare un senso in più alla mia vita, ad aiutare con tutto l’amore che possiedo gli altri, a farli stare meglio" decise d’impeto. La CRI di Parma forse è il posto giusto. Dal 1866 aveva un solo obbiettivo: fare star bene la gente. Dare un senso a tante vite. Amare il prossimo. E anche strappare un sorriso a centinaia di uomini e donne che con poche ore la settimana prestavano lì servizio. Henry camminava sempre più di corsa, sempre con maggiore fretta, come se il suo desiderio più grande fosse da rincorrere. La Croce Rossa lo ispirava. Ed in un quarto d’ora fu lì. In via Riva 2. Davanti alle porte. Salì cinque scalini e alzò la mano per suonare il campanello. Ma la porta si aprì da sola. Impugnò il manico. La giornata che stava per passare sarebbe stata bella, lo sentiva, una giornata a conoscere chi del volontariato ne aveva fatto un progetto di vita e ad imparare come tutto questo veniva fatto. Ci sarebbero volute poche ore. Solo poche ore. Ma in via Riva 2 la sua vita stava per cambiare. Definitivamente. Ed aprì la porta per entrare.

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