Martedì, 25 Giugno 2019 11:42

Solferino 2019: l'evento vissuto da un volontario dello Staff

Scritto da Nicolò Bertolini

Anche quest'anno un fiume di luce ha illuminato le strade di Solferino, le stesse dove 160 anni fa è nato tutto. Oltre 10mila volontari da più di 130 Società Nazionali del mondo, si sono ritrovati per rivivere e condividere un'idea rivoluzionaria, per ripercorrere i passi di Henry Dunant ed immaginare e costruire insieme il futuro del Movimento.

Rocca“È sempre un’emozione unica essere qui, soprattutto in momenti difficili dove salvare vite sembra essere diventato un atto politico. Voglio ribadirlo qui dove tutto ha avuto inizio. Inutile fare festa se non condividiamo questo. Viva la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa"!
Nelle parole del Presidente di Croce Rossa Italiana (nonchè della Federazione Internazionale) Francesco Rocca l’essenza di Solferino 2019

In quelle del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, che definisce il Movimento uno "Straordinario patrimonio", vi è un ulteriore attestato di stima e rispetto per la più grande associazione di volontariato del mondo. "La professionalità degli operatori e la generosità dei volontari sono diventati uno straordinario patrimonio per il nostro Paese, e per il mondo intero. Abbiamo il dovere di testimoniare ancora questi valori, affinché possano essere trasmessi alle generazioni più giovani. La solidarietà è cultura, è scuola di vita: rende migliore una comunità e restituisce alle persone molto più del sacrificio che è stato donato", conclude il capo dello Stato.

volontari parmaAnche per tutti i volontari che hanno partecipato a questo evento, Solferino rappresenta qualcosa di meraviglioso, di unico ed irripetibile, a prescindere dal fatto che sia la prima volta che si partecipa a questo importante evento, oppure che sia l'ennesima volta. Le emozioni sono sempre nuove, come se si fosse sempre al "debutto".

E per chi Solferino lo vive da addetto ai lavori? Com'è questa esperienza per chi ha scelto di offrire le proprie competenze per aiutare nell'organizzazione e gestione dell'evento? Quest'anno ci offre la sua testimonianza Nicolò, che ormai i volontari CRI Parma conoscono bene, e forse anche voi che ci leggete e non siete volontari di Croce Rossa Parma. Dalla sua penna sono nati numerosi articoli del nostro sito, nonchè "Souvenir da Parma". E quest'anno Nicolò ha vissuto l'esperienza di Solferino "dall'altra parte della barricata", non come semplice volontario che partecipa alla festa, ma come uno di coloro che la festa l'ha gestita.

Dopo questa doverosa premessa, lasciamo spazio alle parole di Nicolò.

Buona lettura!

(PS: se volete guardare un pò di foto di Solferino 2019, visitate la nostra gallery cliccando questo collegamento!)


Era martedì mattina, non un martedì mattina qualsiasi, era il 18 Giugno. Da lì a poche ore sarei partito per una nuova Avventura, una di quelle con la “A” maiuscola, una di quelle che ti fanno davvero capire cosa vuol dire essere volontario di Croce Rossa. Ed ero teso, molto teso, inutile nasconderlo.

Sarei stato una settimana a Castiglione Delle Stiviere, nel Red Cross Camp, nel cuore del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, nel cuore di quei luoghi che hanno ispirato la nascita della Croce Rossa. Assieme a migliaia e migliaia di volontari da paesi di tutto il mondo! Tante lingue, tante facce... tutte diverse, eppure tutte uguali, tutte che rispondevano a quelle 7 parole così importanti per un volontario di Croce Rossa.

Avevo chiesto qualche parere qua e là e mi avevano detto tutti che sarebbe stata un’esperienza eccezionale, ma che il campo sarebbe stato pesante, murato, stancante e faticoso.
Avevo paura, molta paura. Paura di non farcela e dover anticipare il mio ritorno, paura di dover chiedere aiuto troppo spesso, paura di non riuscire a svolgere le mansioni che mi sarebbero state assegnate. Sì perché non avrei partecipato come un “normale” volontario (che già rappresenterebbe un’avventura straordinaria), ma vi avrei partecipato come membro dello Staffufficio stampa mobile Lo Staff di Comunicazione, l’Ufficio Stampa, quelli che scrivono, fanno foto e dialogano con le persone, con tutte le persone, con persone di tutto il mondo. Quelli che aiutano tutti i presenti, a portare le loro emozioni al resto del mondo, a tutti coloro che non hanno potuto partecipare all'evento, ed anche a tutti coloro che non conoscono il Movimento.
Una cosa che amo fare nella vita, ma a Parma dove conosco tutti i luoghi, le persone, le scorciatoie. Lì non conoscevo il posto, non conoscevo i colleghi, non conoscevo nessuno.
Ma sono partito lo stesso. Da Parma a Castiglione delle Stiviere.
E non me ne sono pentito.
 
Arrivato al campo nel primo pomeriggio sono stato subito accolto con entusiasmo dallo Staff Accoglienza, dalla rappresentante dello Staff Comunicazione e da tutte le persone che incontravo. C’era aria di “famiglia”, di “casa”. Non conoscevo praticamente nessuno (e viceversa), ma era come se tutti conoscessero tutti, anche me! Ho salutato in fretta i miei accompagnatori ed ho sistemato i miei effetti personali. Poi sono andato nella tenda dello Staff, pronto ad iniziare la mia… missione!
Ero spaesato. Non sapevo bene cos’avrei dovuto fare, io amo giocare a fare il giornalista, ma qui si trattava di qualcosa di diverso, di una strada nuova e mai percorsa in precedenza.
Ebbene, adesso lo posso dire con entusiasmo: “Non è stato un problema”.
Con una vecchia macchina fotografica e un piccolo computer ho cominciato a fare il mio lavoro di volontario.
Lontano da Parma, ma sempre con addosso quella divisa di cui vado tanto fiero, di quella divisa di cui sono innamorato.
Ho imparato tante cose.
fiaccolata2Come si fanno le foto (eh sì, non basta inquadrare e scattare, c’è molto altro dietro!). Gestire le tempistiche. Come si muove una redazione di comunicazione di un ente Nazionale quale la Croce Rossa Italiana, c’è un mondo immenso dietro quelle attività che a tanti appaiono “facili”, un mondo complesso pieno di regole, trucchi e suggerimenti.
Finite le piccole mansioni che mi venivano di volta in volta affidate, ne ho approfittato per iniziare a girare per il campo.
Tende e volti sono le sue particolarità.
Un campo pieno di tende montate in circa un mese, che sembra essere una piccola città.
E i volti. Di migliaia di persone. Provenienti da tutto il mondo. Tutti con divise diverse, stili diversi, sguardi diversi.
Ma tutti con la Croce Rossa (o la Mezzaluna Rossa) sulla schiena.
Tutti con quel sorriso che se anche non conosci nessuno ti porta avanti, ti porta ad attrarre la gente.
Ed è stato bellissimo. Parlare in uno stentato inglese con centinaia di ragazzi e ragazze lì riuniti per le sorti della Croce Rossa nel mondo. Tutti che volevano condividere qualcosa della loro cultura, delle loro esperienze, della loro nazione. Oltre 130 nazioni presenti. Non so se esiste al mondo una qualche associazione, un qualche evento che richiami persone da così tanti paesi nel mondo, tutte presenti sotto la stessa bandiera, lo stesso simbolo. Orgogliose di dire “io ci sono”.
Io ero ancora perso. Ed il giorno dopo, in cui ero di riposo, un po’ tramortito dal viaggio, dalla tenda in cui dormivo, dalla fatica di doverlo girare tutto a piedi quel campo di diversi chilometri, ero stanco. Così ho dormito quasi tutto il giorno. Solo e pieno di pensieri negativi.
Mi sono svegliato la mattina dopo. E ragazzi, era tutta un’altra storia!
Con il fisico e la mente riposati, ho cominciato a vivere davvero il Red Cross Camp! Ho iniziato a conosciere i colleghi. Da loro ho imparato a muovermi, a fare cose che non pensavo di saper fare, a capire l’importanza di certi valori e di certe iniziative. A capire l’importanza delle persone e delle loro storie, delle loro esperienze.
fiaccolata3Ed anche se io mi vantavo della mia appena iniziata carriera giornalistica, capii presto che lì avrei potuto imparare molto. E così è stato.
Consigli.
Incarichi.
Revisioni di ciò che facevo.
Vicinanza e complicità. I colleghi di Croce Rossa sono così in tutto il mondo. Ti aiutano con piacere, ti fanno crescere, ti fanno andare avanti nella tua esperienza. Un’esperienza che, tra l’altro, consiglio a tutti di vivere!
E poi vedere qual campo mi ha affascinato.
Organizzazione era la parola d’ordine, tutto era perfettamente organizzato. Dai trasporti alla redazione, dalla cucina ai bagni, dalla notte al giorno. Con medici e infermieri pronti ad aiutarti in caso di emergenza. Con amici pronti in caso di necessità. Amici che fino all’altro ieri nemmeno conoscevi, a cui ora penserai per molto tempo, con un sorriso abbinato ai tuoi pensieri.
I giorni sono passati ed ho intervistato un’infinita varietà di persone: giovani, infermiere, volontari, militari…
Ho potuto essere partecipe dei loro momenti più importanti, magari prendendo qualche appunto o qualche informazione da passare in redazione.
E collaborare con giornalisti “veri”, di radio e testate importanti, che chiedevano il nostro aiuto nel parlare di questo evento internazionale, sono stati momenti che mi hanno resto giorno dopo giorno sempre più entusiasta!
Fino ad arrivare a sabato.
Per la fiaccolata.
Oltre 10 km di camminata.
Qualche mese fa ho avuto un incidente, mi sono ripreso, ormai sono guarito, ma camminare per così tanti chilometri, tutti assieme, potrebbe risultarmi difficile, non mi ero ancora cimentato in qualcosa del genere.
fiaccolata1E se pensare di partecipare a Solferino per mettersi alla prova anche in quel senso rappresenta una piccola follia… Io la follia l’ho fatta!
Mi sono unito agli amici giunti da Parma ed ho camminato tutta sera da Solferino a Castiglione Delle Stiviere. Senza il minimo problema. Con quella fiaccola in mano. Con quel fuoco che più che bruciare sulla cera, arde nel mio cuore! Un amore verso la Croce Rossa che porto avanti da più di sei anni e che spero vada avanti tutta la vita. E per come mi sento ora, lo farà! Eccome se lo farà!
Camminare tutti assieme, come un'unica persona che si muove su per la collina è un'esperienza che lascia il segno, migliaia di persone che si danno forza l'un l'altro con la semplice presenza, con le risate, con la gioia di condividere quel momento assieme. Ed anche con la sensazione, nel proprio cuore, di rivivere quei fatti che, oltre un secolo e mezzo fa, hanno cambiato le sorti del mondo! Perchè questo ha fatto allora Henry Dunant a Solferino, con l'aiuto della popolazione, specialmente femminile, ha posto le basi per cambiare il mondo.
 
Il giorno dopo sono tornato a casa.
Stanco morto.
Ma vivo. Vivo in un modo diverso da quando ero partito!
Vivo per tutta la passione che ho messo anche solo facendo una foto a due infermiere che sorridevano!
Vivo per tutte le minime esperienze che ho vissuto!
Perché se è vero che una singola pagina di un libro può non fare la differenza, tante pagine messe tutte assieme rappresentano una storia ricca di emozioni, di momenti, di vita!
Una storia che non vi consiglio solo di leggere, ma che vi consiglio di vivere!
Vi consiglio di indossare quella divisa rossa e provare le esperienze che la Croce Rossa regala a tutti.
 
fiaccolata4Voglio concludere con un GRAZIE!
Grazie ai colleghi per come mi hanno accolto, grazie allo Staff che mi è sempre rimasto vicino e grazie a quelle oltre 10.000 persone che hanno portato a Solferino la loro vita, le loro esperienze, la loro felicità.
A quelle persone che con una fiaccola in mano hanno fatto una decina di chilometri, con centinaia di divise diverse, migliaia di passi e milioni di emozioni.
Grazie Croce Rossa per tutto ciò che doni ad ognuno di noi.
Grazie per la bellissima esperienza che mi hai regalato.
Grazie perché ogni volta che mi nasce il sospetto di aver già provato tutto, scopro qualcosa di nuovo.
Qualcosa che mi rende felice.
Che mi fa sentire vivo.
Che mi fa sentire cosa vuol dire essere Volontario di Croce Rossa!
cri

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