Sabato, 25 Ottobre 2025 15:48

Una settimana al Verdi: il racconto di un volontario aeroportuale

Scritto da Nicolò Bertolini

Assistenze, emergenze, strette di mano: l’aeroporto è il luogo in cui si incontra gente

L’aeroporto è un luogo magico, fatto di sogni, di persone, di ali che si aprono e spiccano il volo. È un luogo fatto di gente, che crede in quello che fa, che ha studiato per farlo, formata e preparata, ma anche estremamente umana.

Tra cui troviamo anche i volontari Cri.

La settimana in aeroporto si conclude oggi. L’ultimo volo per Chisinau sarà qui a minuti.

Sapete… mi piace l’A321 che arriva dalla Moldavia. È l’aereo più grande che atterra e decolla da Parma. Negli scatti fotografici, che tanto amo fare, viene benissimo. Poi il 737 della Ryanair che arriva da Palermo e da Cagliari e che da domani non ci sarà più. È stata una settimana difficile per l’aeroporto, che non sta passando un periodo facile. Tutti però sono speranzosi che decolli anche lui.

Tra cui io.

Sono un volontario della Croce Rossa Italiana - Comitato di Parma che da quasi 13 anni viene qui a vedere gli aerei decollare. Ed oggi vi voglio raccontare del lavoro svolto con passione dai militi CRI. Che sì, salvano vite nelle loro preziosissime ambulanze, che donano aiuti a chi ha fame, che strappano sorrisi nelle Rsa, che preparano i sacchetti di sabbia nelle alluvioni, ma che sono anche qui. In via Licinio Ferretti. E proprio qui è stata una settimana impegnativa.

Dove, però, l’umanità dei professionisti dell’aeroporto si è vista ancora. E ancora.

In questa testimonianza voglio sottolineare che non lavoro mai da solo qui. Ma anche che serve un’altissima formazione. E i miei colleghi la hanno. Si chiamano Ilaria, Maurizio, Michele, Marco e Marco (sì, i Matco sono due). Ce ne aono altri che mi scuso per non avere citato, ma sono loro che ho visto questa settimana affrontare assistenze, emergenze e ancora assistenze. TIA (tessera di ingresso aeroportuale) al collo, smanicato catarifrangente e una conoscenza delle dinamiche aeroportuali non banale. In questa settimana ci sono state 29 assistenze sui voli Cagliari, Chisinau e Palermo. Quasi tutte di tipo Sierra e Charlie. Significa che hanno bisogno dell’Ambulift, l’ascensore che arriva fino in cima all’aeroplano. Poi ci sono state tre emergenze sanitarie, di cui una ha richiesto un soccorso a bordo dell’aereo e l’arrivo di un’ambulanza.

Immaginate che, mentre stai aiutando gli anziani e i disabili a salire sull’aereo, ti chiamino via radio per correre ad assistere ad un’emergenza.

Bisogna essere preparati.

Ma non solo.

In aeroporto, come vi dicevo, se ne vede tanta di gente. Le persone, nella fragilità di un’assistenza, sono molto sensibili. E spesso sono agitate, nervose, commosse, preoccupate ma a volte anche aggressive. Tutta la formazione che ho avuto in questi anni mi ha insegnato a conoscerle. Sapere che bisogna essere delicati, non solo nei movimenti, ma anche nelle parole. Bisogna avere sicurezza, conoscere i protocolli e le loro necessità. Bisogna dimostrare serietà, instaurare fiducia e un rapporto di aiuto reciproco. Certe persone te le porti anche a casa, non fisicamente, ma mentalmente, soprattutto quando hai visto il dolore, il lutto e la fragilità fisica e mentale. Ti porti a casa anche odori e profumi, toni di voce e frasi dette sapendo che quel volo era il primo di una lunga serie o forse l’ultimo. E ancora una stretta di mano, un abbraccio o una mancia di pochi euro che non potresti accettare ma non vuoi offendere. E così offri il caffè ai tuoi colleghi a volo decollato.

Il caffè... un modo diverso di scandire il tempo che passa.

Il caffè che ti offrono i poliziotti, anche a te, che non fai parte della loro squadra. Ma come dicono loro #lamiciziaèunacosaseria. Poi i baristi dello scalo: per loro oggi era l’ultimo giorno. Ho portato loro un pensierino. Mi hanno offerto tantissimi caffè ed ero molto legato a loro. Un po’ come sono legato ai rampisti, alle bigliettaie, agli operativi, i vigilanti… Tutti chiamano la Croce Rossa via radio, ma soprattutto tutti hanno molta stima di chi garantisce un servizio, molto molto importane all’aeroporto.

Altri caffè offerti e un “parlate anche di noi, fateci conoscere”, perché il lavoro in aeroporto è come il tassello di un puzzle: se ci sono tutti, funziona, se ne manca uno, il puzzle è incompleto.

Come concludere quindi questa testimonianza? Forse portando l’esempio del puzzle anche alla vita di tutti i giorni in CRI: ogni servizio è un tassello e proprio completandoli tutti facciamo un disegno bellissimo. Quello del volontariato…

cri

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